Ebbene sì, mi sto sempre più convincendo che la Route dei Ricordi si farà e che la farò nel 2019.
Ma una cosa è certa: non sarà a piedi.
Ci ho riflettuto molto. A piedi sarebbe durata almeno tre mesi e mezzo; sino a fine aprile non potrei partire per alcuni impegni che mi trattengono a Torino; a fine maggio si vota, ed è inutile parlare di ‘impegno politico’ ai ragazzi e ai capi in AGESCI se poi non voto. Insomma… prima dell’inizio di giugno non sono in grado di partire. E partire ai primi di giugno facendola a piedi significherebbe tuffarsi in un’avventura che mi porterebbe a percorrere decine di chilometri al giorno, per settimane, andando verso sud, in piena estate. Una sorta di follia, in buona sostanza. E chi mi conosce sa che ho mille difetti, ma che non sono un folle. Ho pensato molto e valutato tante opzioni e quel che è certo è che non voglio ‘tagliare’ il percorso, facendone dei tratti coi mezzi pubblici (se non in casi di effettiva necessità che dovessi incontrare lungo la strada): voglio fare ogni chilometro della route con le mie gambe, voglio faticare, toccare ogni paese, incontrare le persone laddove stanno, vedere il panorama cambiare metro dopo metro. E allora rimane un’unica soluzione, la bicicletta. È una soluzione che comporterà alcune modifiche al percorso, alla preparazione, al modo di vivere il pellegrinaggio, ma che certo non lo snatura. Saranno settimane di fatica, di preghiera, di incontri, di scoperta, di silenzio. Sarà route, a tutti gli effetti. Ma, potendo percorrere molti più chilometri al giorno grazie alla bici, sarà anche di durata più breve, concludendosi verso metà luglio e permettendomi di incontrare temperature tendenzialmente sostenibili.
Adesso… sarebbe davvero ora di progettare bene tutto! 😉
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